Digital Hell: dentro la battaglia che le donne combattono online.

Spogliate con l’IA, abusate digitalmente e sfruttate sessualmente. Questo è solo la punta dell’iceberg quando si parla di violenza di genere. Un fenomeno che colpisce ogni giorno migliaia di donne online, e che è ancora lontano dall’essere debellato.

calendar Dec Tue 09 2025

Dalla violenza online al #metoo digitale: il caso italiano.

Nell’agosto 2025, l’Italia è finita in prima pagina sulla scena internazionale a causa di uno scandalo di misoginia. Innumerevoli donne (da perfette sconosciute a familiari a personaggi pubblici) sono state abusate digitalmente in un gruppo pubblico di Facebook chiamato Mia Moglie, dove utenti anonimi ne condividevano materiale intimo senza il loro consenso. I post erano accompagnati da commenti violenti e osceni[1].

Quando il gruppo è stato chiuso, contava circa 32.000 membri attivi, tutti uomini. “Non permettiamo contenuti che minacciano o promuovono violenza sessuale, aggressioni sessuali o sfruttamento sessuale sulle nostre piattaforme”, ha dichiarato Meta. Eppure, la piattaforma è intervenuta a distanza di oltre una settimana dalla prima denuncia formale - e mesi dopo il primo post pubblico, risalente a maggio 2025[2].

Pochi giorni dopo, a seguito di una petizione che ha raggiunto oltre 150.000 firme, è stato chiuso il sito Phica.net (nome che fa volutamente riferimento al sesso femminile). La diffusione di immagini private, il revenge porn, la diffamazione, la sextortion e l’incitamento allo stupro e alla violenza sono tutt’altro che un semplice “uso improprio della piattaforma”[3]. Si tratta di reati contro le donne e di chiare violazioni delle norme legislative che regolano il comportamento delle grandi piattaforme online e tutelano i diritti fondamentali delle persone.

Se la protezione dei dati è un diritto fondamentale, come affermato dal'Articolo (1) del GDPR[4], ci si chiede perché sia ancora così difficile prevenire e combattere la violenza di genere online (OGBV).

CV, VAWG, TFVAWG, OGBV: denominazioni e numeri per riconoscere la ciberviolenza contro le donne.

La violenza contro donne e ragazze (VAWG) è aumentata rapidamente nel tempo a causa della trasformazione del panorama digitale, che ha portato con sé nuovi rischi, oltre a richiedere una nuova terminologia per identificare e riconoscere l’intero spettro di ciò che oggi viene definito Violenza Informatica (Cyber Violence, CV).

Secondo un recente rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite (2024)[5], tra il 16% e il 58% di ragazze e donne ha subito Violenza contro Donne e Ragazze Facilitata dalla Tecnologia (TFVAWG), con la Generazione Z e i Millennials tra i più colpiti. La disinformazione e la diffamazione sono le tattiche più diffuse, con il 67% delle donne e ragazze ad aver sperimentato almeno una di queste due forme nella propria vita, seguite da cyberharassment (66%), abuso di immagini e video (57%), doxing (55%) e minacce violente (52%)[6].

Le donne che ricoprono posizioni pubbliche, come celebrità, politiche e giornaliste, sono particolarmente a rischio, quest’ultimo gruppo il più colpito da minacce online, molestie e attacchi alla sicurezza digitale (73%). Tra le giornaliste che subiscono OGBV si registra un alto livello di autocensura, una buona percentuale si ritira dalle interazioni online (20%) o silenziando la propria voce sui social media (30%). I social media diventano pertanto un'arma utilizzata per danneggiare le donne attraverso pratiche di disinformazione di genere e discredito professionale[7].

La VAWG online è spesso il continuum della violenza offline, con conseguenze gravi sul piano psicologico, economico e sociale. Bassa autostima, ansia, depressione, attacchi di panico e disturbo da stress post-traumatico (PTSD) sono solo alcuni dei possibili effetti sulla salute mentale delle vittime. Un sondaggio del 2023 condotto da UN Women[8] mostra che più di una donna su quattro esposta ad abusi tecnologici ha provato vergogna (27,3%), una su cinque ha manifestato sintomi psicologici come paura, insonnia, disagio o simili (19,2%), mentre il 19,3% ha dichiarato di sentirsi insicura.

La compromissione della salute mentale e del benessere può portare le donne a ritirarsi dalla vita sociale e digitale[9]. A livello societario, le vittime di cyberharassment spesso si isolano, rafforzando le disuguaglianze di genere e allargando il divario tra uomini e donne. L’autocensura, con il conseguente ritiro di donne e ragazze dalla scena online, scoraggia la partecipazione alla vita democratica e professionale.

La cyberviolenza ha anche un significativo impatto macroeconomico. Il Servizio Ricerca del Parlamento Europeo (2021)[10] ha stimato che i costi complessivi della violenza di genere online oscillano tra 49,0 e 89,3 miliardi di euro. Dalla salute mentale individuale alla dimensione sociale ed economica, gli effetti della violenza online sono come una cascata — o meglio, come uno tsunami — in grado di travolgere tutto ciò che incontra lungo la strada. È ora di costruire un argine.

Piattaforme Digitali: dove la Violenza Informatica ha luogo.

La violenza contro donne e ragazze è alimentata dai cambiamenti tecnologici. Gli strumenti digitali hanno un’ampia portata, accelerano la diffusione dei contenuti e spesso garantiscono l’anonimato, rendendo la cyberviolenza difficile da eliminare[11].

Le piattaforme social rappresentano la principale porta d’accesso alla OGBV. Facebook, Instagram, TikTok e applicazioni di messaggistica come WhatsApp, Snapchat e Telegram sono i servizi in cui donne e ragazze giovani subiscono cyberviolenza[12]. Qui si verificano varie forme di abuso, tra cui insulti e minacce, revenge porn, incitamento alla violenza e al suicidio, diffamazione, nudificazione e deepfake[13], e la condivisione non consensuale di dati o immagini personali. Tali pratiche costituiscono una grave violazione della privacy, tuttavia, queste piattaforme faticano ad implementare misure di sicurezza per proteggere gli utenti, rilevare contenuti illeciti e rimuovere commenti dannosi.

In un recente studio sulla VAWG online[14], il Dipartimento britannico per Scienza, Innovazione e Tecnologia ha evidenziato alcune delle principali sfide nell’affrontare la violenza digitale. La mancanza di linee guida specificamente rivolte agli abusi digitali rappresenta la sfida principale, impedendo di formulare e mettere in atto misure di tutela poco chiare o inefficaci. Di conseguenza, le vittime si trovano a dover farsi carico della propria incolumità.

Spesso alle donne è richiesto di affrontare la TFVAW dopo che si è verificata, comportandosi in modo responsabile e denunciando l’accaduto. In questo modo, l’empowerment può trasformarsi in una arma a doppio taglio, anziché in uno strumento di difesa complementare e necessario.

Tra le vittime di TFVAW (465 donne) intervistate dall’UNESCO, le piattaforme sono intervenute solo nel 23,7% dei casi, mentre nel 14% dei casi la piattaforma ha consigliato di ignorare l’incidente. Per quanto riguarda le soluzioni, il 70,4% delle donne ritiene che le piattaforme online dovrebbero migliorare la propria policy per proteggere gli utenti, e il 69,7% concorda sul fatto che sensibilizzare sia fondamentale: la società deve essere educata per prevenire la violenza online prima che accada[15].

Un’altra sfida riguarda il design di alcune funzionalità delle piattaforme, che può favorire chi commette un abuso, rendendo più facile l'identificazione di utenti vulnerabili. Inoltre, la scarsità e la frammentazione dei dati su questo tema rende difficile tracciare e monitorare il problema da una prospettiva esterna, lasciando il compito ad aziende e servizi che spesso non riescono a proteggere gli utenti[16].

Tuttavia, per ottenere progressi significativi servono più che semplici buone intenzioni: è necessario intervenire con riforme concrete. La sezione seguente intende pertanto analizzare la normativa europea in materia.

Combattere la violence contro le donne a livello europeo.

Nella Strategia per la Parità di Genere 2020-2025, la Commissione Europea ha sottolineato la necessità che gli Stati membri collaborino per un’Europa a parità di genere, osservando che la violenza online rivolta alle donne è diventata pervasiva, con conseguenze specifiche e feroci[17]. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione ha proposto il Digital Services Act (DSA) per chiarire le responsabilità delle piattaforme online. Due anni dopo, il 19 ottobre 2022, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno formalmente adottato il Regolamento.

Il DSA[18] include obblighi specifici per affrontare l’OGBV. Il quadro normativo digitale dell’UE definisce le responsabilità per le diverse piattaforme e servizi, come i servizi di hosting, le piattaforme online di grandi dimensioni (LOPs), le piattaforme online molto grandi (VLOPs) e i motori di ricerca online molto grandi (VLOSEs), stabilendo al contempo un insieme di obblighi armonizzati per garantire trasparenza e responsabilità nel panorama digitale dell’UE.

Secondo il Regolamento, le piattaforme e i servizi online devono proteggere gli utenti da contenuti, beni e servizi dannosi o illegali, attuare misure per garantire la sicurezza online e favorire il loro ruolo nella moderazione dei contenuti, e proteggere i bambini dalla pubblicità mirata[19].

I fornitori sono inoltre tenuti ad effettuare valutazioni dei rischi. In questo contesto, la violenza online contro le donne è presa in considerazione dall’Articolo 34 (d), che fa riferimento a “qualsiasi effetto negativo, attuale o prevedibile, in relazione alla violenza di genere, alla protezione della salute pubblica e dei minori e alle gravi conseguenze negative per il benessere fisico e mentale della persona”. Per quanto riguarda la mitigazione dei rischi (Art. 35, (c)), le misure dovrebbero includere “l'adeguamento delle procedure di moderazione dei contenuti, compresa la velocità e la qualità del trattamento delle segnalazioni concernenti tipi specifici di contenuti illegali e, se del caso, la rapida rimozione dei contenuti oggetto della notifica o la disabilitazione dell'accesso agli stessi, in particolare in relazione all'incitamento illegale all'odio e alla violenza online, nonché l'adeguamento di tutti i processi decisionali pertinenti e delle risorse dedicate alla moderazione dei contenuti”. La violenza di genere nello spazio digitale è quindi riconosciuta come un rischio significativo per le piattaforme online.

Al contrario, l’AI Act adottato dal Parlamento Europeo nel marzo 2024 manca in gran parte di una prospettiva di genere e non garantisce la sicurezza delle donne in relazione alle tecnologie deepfake. La diffusione di sintesi digitali a sfondo sessuale è regolata dal GDPR quando riguarda una persona fisica. Il Regolamento ((UE) 2016/679) copre alcuni aspetti della violenza contro le donne, ad esempio richiedendo alle aziende di integrare il principio della privacy-by-design nei loro servizi e offrendo supporto alle vittime di violenza informatica, come la diffusione di materiale sessuale non consensuale. La violazione della privacy dei dati fornisce una solida base legale per perseguire gli autori, tuttavia l’applicazione rimane complessa a causa delle disposizioni limitate.

Infine, il Parlamento Europeo ha adottato all’inizio del 2024 le prime norme a livello UE (2024/1385) per combattere la violenza di genere, inclusa la cyberviolenza e la violenza domestica, garantendo nel contempo alle vittime un adeguato supporto[20]. Tuttavia, gli standard per la criminalizzazione della violenza di genere online sono minimi, rendendo la Direttiva uno strumento per affrontare principalmente la violenza offline, invece che entrambe le forme in modo equivalente.

Conclusioni.

La violenza di genere online non è una questione di importanza marginale - è una crisi sistemica. Dal trauma personale all'impatto macroeconomico, da migliaia di voci messe a tacere all'erosione della partecipazione democratica, le conseguenze sono infinite e di vasta portata.

Misure giuridiche come il DSA e la Direttiva EU per il contrasto alla violenza di genere sono passi importanti, per quanto senza un'applicazione efficace, l'assunzione delle proprie responsabilità da parte delle piattaforme, la trasparenza dei dati e una progettazione che metta al primo posto la privacy, le buone intenzioni sono destinate a rimanere tali.

È arrivato dunque il momento di costruire una struttura (culturale e giuridica) resiliente, che assicuri l'adozione di misure contro la violenza sulle donne, per creare uno spazio pubblico digitale in cui donne e ragazze possano partecipare liberamente, in modo sicuro e paritario.


Di Priscilla Colaci



[1] Nell'European Women’s Lobby. (n.d.). Report on Cyber Violence Against Women, https://womenlobby.org/new-publication-report-on-cyber-violence-against-women/ (p. 87), l'abuso di materiale intimo non consensuale (inclusi i deepfakes), è definito come “the non-consensual creation, manipulation and dissemination, mostly online, of intimate or private images/videos or images/ videos of a sexual nature or threats to do so. These images/videos may have been obtained with or without the consent of the person pictured in the image”.

[2] Per una ricostruzione precisa dell'accaduto: Ore, I. S. 2. (2025, October 27). New sexist site, from Barra to Ferragni stripped by AI. Investigations by the postal police. Il Sole 24 ORE. https://en.ilsole24ore.com/art/new-sexist-site-barra-ferragni-stripped-by-postal-police-investigations-AHfdobND; Rijtano, R. (2025, August 21). Il gruppo Facebook “Mia moglie”, dove 32mila uomini condividevano immagini intime delle partner, è stato chiuso, ma chi è vittima di queste violenze come si può difendere? Wired Italia. https://www.wired.it/article/gruppo-facebook-mia-moglie-come-difendersi-dagli-stupri-digitali/; Fiordalisi, M. (2025, August 27). Chiudere il gruppo Facebook “Mia moglie” è stato il primo passo, ora si indaga sui responsabili. Wired Italia. https://www.wired.it/article/gruppo-facebook-mia-moglie-indagini-denuncia-querela-segnalazioni/; Italian Facebook page where men shared intimate images of partners without consent closed after the police probe. (n.d.). CNN. https://www.cnn.com/2025/08/22/americas/italy-mia-moglie-facebook-women-latam-intl.

[3] In una dichierazione pubblica, l'amministratore del forum Phica.net ha dichiarato che la chiusura forzata della piattaforma è da attribuirsi ad un “atteggiamento tossico” ed un “cattivo uso della piattaforma”. De Michele, S. (2025, August 29). Fake images of PM Meloni and other women politicians on porn website spark outrage in Italy. Euronews. https://www.euronews.com/my-europe/2025/08/29/fake-images-of-pm-meloni-and-other-women-politicians-on-porn-website-spark-outrage-in-ital

[4] "La protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati di carattere personale è un diritto fondamentale". Article 8(1) of the Charter of Fundamental Rights of the European Union (the ‘Charter’) and Article 16(1) of the Treaty on the Functioning of the European Union (TFEU) provide that everyone has the right to the protection of personal data concerning him or her”. Recital (1) Art. (1) GDPR – Subject-matter and objectives. Art. 1 GDPR – Subject-matter and objectives - General Data Protection Regulation (GDPR). (2016, August 30). General Data Protection Regulation (GDPR). https://gdpr-info.eu/art-1-gdpr/.

[5] Intensification of efforts to eliminate all forms of violence against women and girls: Technology-facilitated violence against women and girls: Report of the Secretary-General (2024). (2022, August 18). UN Women - Headquarters. https://www.unwomen.org/en/digital-library/publications/2024/10/intensification-of-efforts-to-eliminate-all-forms-of-violence-against-women-report-of-the-secretary-general-2024; United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO). (2023). Exposing Technology-Facilitated Gender-Based Violence in an era of Generative AI [Report]. https://www.unesco.org/sites/default/files/medias/fichiers/2024/04/Ai-livre-EN-web.pdf.

[6] Ibidem.

[7] Posetti, J., Shabbir, N., Maynard, D., Bontcheva, K., & Aboulez, N. (2021). The chilling: Global trends in online violence against women journalists. UNESCO Research Discussion Paper. https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000377223/PDF/377223eng.pdf.multi

[8] Babović, M., Litz, K., Ohtamis, E., UN Women Europe and Central Asia Regional Office, UN Women Regional Gender Statistics Specialist for Europe and Central Asia, UN Women EVAW Unit, Rafin, R., Bavcic, E., Ciupa, A., Esposito, E., Fabre, C., Costa, D., Gaitan, L., Rotino, F., Licciardello, C., Grant, R., Tiilikainen, K., Ketolainen, L., El-Yassir, A., Puiu, V. (2023). The dark side of digitalization: Technology-facilitated violence against women in Eastern Europe and Central Asia. https://eca.unwomen.org/sites/default/files/2024-01/research-tf-vaw_full-report_24-january2.pdf

[9] Lomba, N., Navarra, C., Fernandes, M., European Parliamentary Research Service, Jack Malan, James Eager, Clara Burillo Feduchi, Michaela Brady, Ivan Bosch Chen, Centre for Strategy & Evaluation Services LLP (CSES), Merja Pentikäinen, Ben Hayes, Dr Stella Capuano, & European Union Agency for Fundamental Rights (EU FRA). (2021). Combating gender-based violence: Cyber violence.  https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2021/662621/EPRS_STU(2021)662621_EN.pdf

[10] Ibidem. I costi includono i costi legali, medici, le perdite finanziarie dovute al calo della produttività e della partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.

[11] Per un'analisi approfondita delle principali forme di ciberviolenza contro le donne: Zamfir, I. & European Parliamentary Research Service. (2025). Violence against women in the EU: State of play in 2025. In EPRS | European Parliamentary Research Service (Report PE 772.921). https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2025/772921/EPRS_BRI(2025)772921_EN.pdf; and European Women’s Lobby. (n.d.). Report on Cyber Violence Against Women. In https://womenlobby.org/new-publication-report-on-cyber-violence-against-women/.

[12] Ibidem.

[13] Deepfake almost exclusively target women (99% of victims), especially ceelebrities, politicians and journalists. Morevoer, the AI noodfication tool are often use to generate deepfake aimed to sextorsion. Romero-Moreno, F. (n.d.). Deepfake detection in generative AI: A legal framework proposal to protect human rights. Computer Law & Security Review, 58. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2212473X25000355#cit_297

[14] Department for Science, Innovation and Technology. (2025, February 6). Platform design and the risk of online violence against women an girls. GOV.UK. https://www.gov.uk/government/publications/platform-design-and-the-risk-of-online-violence-against-women-and-girls

[15] The dark side of digitalisation: Technology-Facilitated violence against women in Eastern Europe and Central Asia (n.d.). UN Women - Europe and Central Asia. https://eca.unwomen.org/en/digital-library/publications/2023/11/the-dark-side-of-digitalization-technology-facilitated-violence-against-women-in-eastern-europe-and-central-asia

[16] Aiming to promote freedom of expression and access to information in a digital landscape, UNESCO outlined some guidelines as the core of digital platforms governance. One principle emphasizes the use of both human and automated systems for content moderation, to minimize the spread of harmful content and assess the risk of possible human rights violation. Regarding platforms design, a multi-stakeholder approach including women and affected communities, should be adopted to counter biases, stereotypes and discriminatory algorithm that harm vulnerable users. Establishing a harmonised definition of CVAW, enforcing existing regulations, and improving support and remedies for victims are essential steps in addressing the issue. Guidelines for the Governance of Digital Platforms. (2024, January 25). UNESCO. https://www.unesco.org/en/internet-trust/guidelines

[17] EUR-LEX - 52020DC0152 - EN - EUR-LEX. (n.d.). https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52020DC0152

[18] European Parliament. (n.d.). Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council on a single market for digital services (digital services act) and amending Directive 2000/31/EC | Legislative Train Schedule. https://www.europarl.europa.eu/legislative-train/theme-a-europe-fit-for-the-digital-age/file-digital-services-act; and Digital Services: landmark rules adopted for a safer, open online environment  | News | European Parliament. (n.d.). https://www.europarl.europa.eu/news/en/press-room/20220701IPR34364/digital-services-landmark-rules-adopted-for-a-safer-open-online-environment  

[19] L'Articolo 34 del DSA sancisce che “I fornitori delle piattaforme online di dimensioni molto grandi e di motori i ricerca online di dimensioni molto grandi individuano, analizzano e valutano con diligenza gli eventuali rischi sistemici nell'Unione derivanti dalla progettazione o dal funzionamento del loro servizio e dei suoi relativi sistemi, compresi i sistemi algoritmi, o dall'uso dei loro servizi”. Regulation - 2022/2065 - EN - DSA - EUR-LEX. (n.d.). https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2022/2065/oj/eng

[20] Parliament approves first ever EU rules on combating violence against women | News | European Parliament. (n.d.). https://www.europarl.europa.eu/news/en/press-room/20240419IPR20588/parliament-approves-first-ever-eu-rules-on-combating-violence-against-women